Leggi la quarta parte della serie.
Nel maggio 2024, un preprint scientifico ha dimostrato che i livelli di testosterone sono più bassi nei pazienti affetti da Long COVID rispetto alle loro controparti dello stesso sesso.
Un articolo scientifico pre-print non è stato ancora sottoposto a peer-reviewing; dunque, presenta dei dati e risultati di ricerca clinica che non sono ancora stati valutati da esperti del settore.
Prima della pubblicazione formale in una rivista accademica, gli articoli scientifici e clinici sono solitamente convalidati attraverso il cosiddetto peer-reviewing (revisione paritaria). Durante la revisione paritaria, gli editori della rivista si consultano con vari esperti che valutano l'articolo per identificare eventuali punti deboli delle ipotesi, metodi e conclusioni. Generalmente, una rivista pubblica un articolo solo dopo che gli editori abbiano approvato la presentazione dei dati a supporto delle conclusioni. Questo processo può richiedere molto tempo; per una più tempestiva visibilità del loro lavoro e di eventuali riscontri da parte di altri scienziati, gli autori tendono dunque talvolta a pubblicare i manoscritti già in versione "preprint" prima di essere sottoposti a revisione paritaria. Per i preprint, il livello di affidabilità menzionato nella prima parte di questa serie è piuttosto basso.
Differenze dei sintomi tra pazienti Long COVID di sesso maschile e femminile
Lo studio ha innanzitutto analizzato l’entità dei sintomi riferiti dai 101 pazienti affetti da Long COVID (69 donne, 32 uomini) rispetto agli 82 controlli (58 donne, 24 uomini). Entrambi i sessi hanno riportato tra i sintomi frequenti disturbi del sonno e affaticamento. Nelle partecipanti di sesso femminile, i sintomi complessivamente più frequenti sono stati quelli che abbracciano più sistemi di organi, tra cui cambiamenti nella temperatura corporea, tosse, sintomi neurologici e neurocognitivi come mal di testa e confusione. Anche la perdita di capelli è stata segnalata principalmente dalle donne, mentre gli uomini sembravano soffrire più spesso di disfunzioni sessuali, come suggerito dalle osservazioni a breve termine presentate nella terza parte di questa serie. In generale, le donne affette da Long COVID hanno manifestatosintomi di entità maggiore rispetto ai maschi.
Inoltre, le donne con Long COVID hanno segnalato maggiore dolore e impatto sulla loro salute in generale in particolare a livello neurologico, mentre i maschi hanno riportato un impatto più significativo sull'umore e tassi più elevati di malessere post-sforzo. I gruppi di controllo sani femminili e maschili non hanno mostrato tali differenze.
Frequenza di sintom riportatii dai pazienti Long COVID di sesso maschile rispetto a quelli di sesso femminile (Fonte: Silva et al.)
Caratteristiche immunologiche nel Long COVID-specifiche per sesso.
Successivamente, gli autori hanno analizzato le cellule immunitarie e i marcatori immunologici nei campioni di sangue di tutti e quattro i gruppi (Long COVID maschio/femmina vs controllo sano maschio/femmina). La mancanza di vaccinazione è un noto fattore di rischio di sviluppo di gravi sintomi di Long COVID. Lo studio ha cercato di identificare ulteriori fattori predittivi immunologici e ormonali direttamente nel sangue dei pazienti. A tal fine, hanno addestrato dei modelli di apprendimento automatico. Questi fattori chiave sono stati poi utilizzati per prevedere le caratteristiche immunologiche specifiche femminili e maschili nei pazienti affetti da Long COVID.
Nelle donne affette da Long COVID si è osservato un maggior esaurimento delle cellule T e altri indicatori di processi immunitari attivi come l'infiammazione e l'attività del sistema del complemento. Rispetto alle femmine di controllo, i livelli di anticorpi contro SARS-CoV-2 e l'attività anticorpale contro EBV sono aumentati. La maggior parte dei cambiamenti ormonali più significativi includeva una sotto regolazione del testosterone e dell'estradiolo.
Anche nei maschi con Long COVID livelli di anticorpi contro SARS-COV-2 sono apparsi più elevati, ma con cambiamenti in diverse sottopopolazioni di cellule immunitarie rispetto alle femmine. Rispetto alle loro controparti sane, i livelli di estradiolo e testosterone erano diminuiti, mentre i livelli di insulina e ossitocina sembravano essere più alti.
Indipendentemente dal sesso, i livelli di cortisolo (un ormone che svolge un ruolo importante nelle risposte allo stress) sono diminuiti nei pazienti affetti da Long COVID.
Dalla valutazione della capacità di prevedere i sottotipi di Long COVID specifici per sesso, il testosterone è stato il fattore predittivo più importante. Ciò è stato osservato anche nell’analisi di tutti i pazienti insieme. Il testosterone è dunque in grado di prevedere l’entità dei sintomi indipendentemente dal sesso di un paziente.
Questo preprint suggerisce che gli ormoni sessuali, in particolare il testosterone, dovrebbero essere presi in considerazione nel trattamento e nella diagnosi del Long COVID. Tuttavia, oltre al peer-reviewing, è necessaria la convalida dei dati di questo studio. Lo studio ha identificato i fattori predittivi sulla base di un modello di apprendimento automatico. Resta da vedere se questa capacità predittiva sia effettiva nella pratica clinica.
Con questo post si conclude per ora la serie "Ormoni sessuali e Long COVID". La serie continuerà quando saranno disponibili ulteriori ricerche e relativi risultati.
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