Re-Post: Fiato corto: diagnosi e cause

Re-Post: Fiato corto: diagnosi e cause

La respirazione è altamente complessa. Pertanto, in caso di disturbi respiratori occorrono accertamenti accurati. Trovata la causa, si può quasi sempre rimediare.

Le persone che sperimentano la dispnea la descrivono come un sintomo che indebolisce e si ripercuote negativamente sulla qualità di vita e sul benessere psichico oppure provoca dei disturbi fisici, ad esempio a causa delle tensioni muscolari a livello di spalle e collo.

Quasi sempre le cause vanno attribuite a un disturbo dell’interazione tra fattori patofisiologici, psicologici e biomeccanici (cfr. grafico). I disturbi respiratori possono essere quindi causati da limitazioni degli organi (fattori patofisiologici), agenti quali stress, panico e ansia (fattori psichici) o dall’interazione e dal comando dell’apparato locomotore (fattori biomeccanici).

 

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Fattori scatenanti dei disturbi della respirazione.

 

In altre parole, i disturbi dei pattern respiratori sono complessi e i possibili fattori scatenanti sono estremamente numerosi. In questo articolo spiegheremo la funzione fondamentale della respirazione e illustreremo gli strumenti diagnostici grazie ai quali è possibile individuare le cause dei disturbi. Una volta identificate, infatti, è possibile procedere con un trattamento mirato.

La dispnea è uno dei sintomi più frequenti nelle persone colpite da Long COVID. Tuttavia, la precisa correlazione e il meccanismo che la provoca non sono ancora del tutto chiari. Di conseguenza, spesso i pazienti con Long COVID vengono sottoposti a terapie che vanno ad agire sui sintomi.

 

Ma come funziona una respirazione corretta?

Il sistema respiratorio serve innanzitutto allo scambio di due gas: ossigeno e anidride carbonica.

Lo scambio di gas avviene tra i milioni di alveoli polmonari e i piccolissimi vasi sanguigni che li circondano (capillari). Affinché l’ossigeno inspirato (O2) possa giungere alle cellule, le vie circolatorie e respiratorie (naso, bronchi e alveoli polmonari) devono essere il più possibile libere e aperte.

Esiste uno scambio di gas all’interno dei polmoni e uno a livello delle cellule.

Inoltre, i punti di contatto per lo scambio di gas tra gli alveoli polmonari e i capillari devono essere sufficienti e adeguatamente permeabili: in questo modo l’ossigeno raggiunge infine l’obiettivo, le centrali energetiche delle cellule (mitocondri), all’interno delle quali stimola la produzione di energia.

Ecco perché si parla di respirazione interna o cellulare. L’anidride carbonica che si crea durante la produzione di energia all’interno della cellula (CO2) deve essere asportata dal sangue nei capillari attraverso gli alveoli ed espulsa con l’espirazione.

La muscolatura ha un ruolo centrale nella respirazione esterna: se i muscoli cardiaci pompano regolarmente, i muscoli respiratori, in particolare il diaframma, si tendono e si rilassano in modo efficiente e i muscoli scheletrici sono ben allenati, gli ingranaggi costituiti da muscolatura scheletrica, cuore e polmoni funzionano e interagiscono perfettamente (si veda il grafico seguente o scarichi il PDF).

 

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Pattern respiratori anomali come la dispnea possono avere origini e motivazioni diverse: dall’utilizzo dei muscoli “sbagliati” per respirare (impiegando cioè i muscoli ausiliari della respirazione anziché il diaframma) alla respirazione attraverso la bocca anziché attraverso il naso, fino alla sindrome da iperventilazione cronica.

 

I test per fare chiarezza

Se dai test riguardanti i singoli organi non emergono anomalie, per fare chiarezza sulla dispnea può essere utile sottoporsi alla spiroergometria. La spiroergometria, chiamata anche CPET (cardiopulmonary exercise test), analizza l’interazione complessiva di respirazione, sistema cardiovascolare e muscolatura scheletrica sotto sforzo.

A questo proposito legga il blog “Spiroergometria e Long COVID: benefici e informazioni generali“.

Per ottenere e preservare la salute fisica, mentale ed emotiva occorre conoscere le cause di dispnea e difficoltà respiratorie.

Il test della spiroergometria

Questo stress test massimale cardiopolmonare limitato ai sintomi è considerato lo standard di riferimento per la misurazione dell’efficienza fisica. Esso misura i parametri relativi allo scambio di gas attraverso un boccaglio o una mascherina, mentre il paziente si allena su un tapis roulant o una cyclette fissa con un aumento controllato della resistenza o della prestazione. Il test della spiroergometria viene spesso utilizzato per misurare il livello di forma fisica degli sportivi o dei pazienti affetti da patologie cardiopolmonari. In questi gruppi target, le misurazioni CPET sono estremamente affidabili e riproducibili.

Sulla base dei gas respiratori CO2 e O2 contenuti nell’aria espirata, la spiroergometria distingue le seguenti possibili cause della dispnea:

 

  • fattori cardiaci (ad es. insufficienza cardiaca)
  • fattori polmonari (ad es. disturbi nello scambio gassoso)
  • fattori muscolari (ad es. riduzione dell’energia prodotta nei mitocondri)
  • fattori psicologici (ad es. iperventilazione, panico, sindrome ansiosa)
  • decondizionamento (ad es. a causa un periodo di allettamento o inattività prolungato)

 

Le singole cause possono presentarsi anche insieme.

 

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Un test di spiroergometria esamina l'interazione olistica tra respirazione, sistema cardiovascolare e muscoli scheletrici sotto sforzo.

 

Utilità e momento ottimale per effettuare la spiroergometria

Un’obiezione giustificata contro il test della spiroergometria o CPET per le persone affette da dispnea persistente in seguito a infezione da COVID-19 è data dal fatto che queste potrebbero subire una ricaduta (malessere post-sforzo)in conseguenza del test da sforzo e in alcuni casi impiegare giorni o settimane per riprendersi. Pertanto, è fondamentale valutare accuratamente l’utilità e il momento ottimale in cui effettuare la spiroergometria oppure un test massimale sotto sforzo un po’ meno impegnativo. A questo proposito legga il blog  “Test da sforzo: cosa fare e cosa non fare“.

Long COVID: fondamentale la valutazione di vantaggi, momento ed effetti collaterali di un test massimale sotto sforzo.

Gli esercizi respiratori danno sollievo

Gli interventi non farmacologici, ovvero gli esercizi respiratori, possono contribuire significativamente ad alleviare i disturbi respiratori e aumentare il benessere, se effettuati regolarmente e in modo mirato. Con queste conoscenze e la disponibilità a effettuare una terapia respiratoria, è possibile iniziare ad apprendere le corrette modalità di respirazione. La terapia respiratoria si concentra tipicamente su tre elementi: respirazione per via nasale, profonda e lenta.

I fisioterapisti respiratori e i terapisti del respiro hanno un ruolo centrale nell’analisi e nel trattamento dei disturbi del pattern respiratorio.

Nel Vademecum sui problemi di respirazione vengono forniti concreti approcci terapeutici ed esercizi tratti da diversi ambiti terapeutici, da effettuare in autonomia.

Parlare di Long COVID nel Forum di Altea

Altea ha aperto un Forum per lo scambio diretto sul tema del Long COVID. Si rivolge alle persone affette da Long COVID, alla loro cerchia di familiari e amici, ai medici, ai ricercatori, terapisti e ad altre parti interessate.

Le discussioni si trovano in un'area protetta per i membri, a cui si può accedere dopo aver creato un profilo. Può discutere, ad esempio, dei cambiamenti di gusto e olfatto, di Long COVID nei bambini o di consigli contro la mancanza di respiro. Suggerimenti per ulteriori argomenti di discussione sono benvenuti. Acceda ora o crei un profilo »