Un recente studio multicentrico dell'Università di Zurigo sta facendo scalpore nei media. I ricercatori hanno identificato possibili biomarcatori ematici per la diagnosi di Long COVID. In questo blog, Altea fornisce una sintesi di questi risultati. Seguiranno ulteriori aggiornamenti sulle implicazioni di questo studio.
I ricercatori hanno seguito 113 pazienti affetti da COVID-19, a cui è stata confermata l'infezione acuta da SARS-CoV-2 mediante test PCR e che sono stati seguiti per un periodo tra 6 e 12 mesi dall'infezione I pazienti sono stati suddivisi in diversi gruppi in base alla gravità e alla durata dei sintomi. Inoltre, 39 adulti sani sono stati utilizzati come controlli.
1. Gruppi di pazienti:
- Nel 33% dei pazienti, la malattia ha avuto un decorso grave.
- Il 58% dei pazienti è guarito completamente, mentre nel 42% i sintomi persistevano a 6 mesi (definiti Long COVID a 6 mesi).
- I campioni di siero di 40 pazienti con Long COVID a 6 mesi sono stati utilizzati per ulteriori indagini.
2. Analisi del proteoma plasmatico:
Le proteine plasmatiche nel sangue dei pazienti sono state analizzate durante l’infezione da COVID-19 acuta e al follow-up di 6 mesi.
- Sono state osservate differenze nei livelli di proteine plasmatiche tra i casi di COVID-19 grave e lieve e tra i pazienti con o senza Long COVID a 6 mesi.
- Sono stati identificati percorsi biologici arricchiti relativi alla cascata del complemento e al sistema immunitario.
3. Disregolazione del sistema del complemento:
Il sistema del complemento fa parte del sistema immunitario umano. È costituito da un gruppo di proteine che lavorano insieme per difendere l'organismo dalle infezioni, in particolare rafforzando la risposta immunitaria.
Le proteine del sistema del complemento sono indicate con numeri e lettere. Alcuni dei componenti chiave sono le proteine del complemento: da C1 a C9. Le proteine del sistema del complemento lavorano insieme per formare complessi in grado di attaccare ed eliminare gli agenti patogeni. Negli individui sani, il sistema del complemento è altamente regolato per evitare un'attivazione non necessaria e danni alle cellule dell'organismo.
- Lo studio ha rilevato una disregolazione del sistema del complemento nei pazienti con Long COVID a 6 mesi, che riguarda in particolare la proteina 7 del complemento (C7).
- I complessi C7 erano costantemente ridotti nei pazienti attivi con Long COVID a 6 mesi di follow-up, ma si sono poi normalizzati al momento della guarigione.
4. Risposte tromboinfiammatorie:
Le molecole tromboinfiammatorie svolgono un ruolo cruciale sia nell'infiammazione che nella coagulazione del sangue. L'interazione tra infiammazione e coagulazione è complessa e coinvolge vari fattori. La tromboinfiammazione è spesso associata a condizioni patologiche in cui si verifica un'attivazione anomala dei sistemi immunitario e coagulativo.
- I pazienti di Long COVID hanno mostrato segni di risposte tromboinfiammatorie, tra cui un aumento dei livelli del fattore vWF (fattore di von Willebrand), dei fattori della coagulazione e dell'acetilidrolasi del fattore attivante le piastrine.
- Nei pazienti affetti da Long COVID, soprattutto quelli che progrediscono a 12 mesi, è stato riscontrato un aumento degli aggregati monocito-piastrinici.
5. Associazioni anticorpali:
Lo studio ha valutato anche gli autoanticorpi e gli anticorpi antivirali.
- I pazienti con Long COVID presentavano un aumento degli anticorpi antinucleari (ANA) e alterazioni degli anticorpi anti-chemochina.
- I titoli di IgG (anticorpi prodotti dalle plasmacellule nel sangue) contro gli herpesvirus erano proporzionalmente maggiori nei pazienti con Long COVID, con associazioni specifiche osservate per l'enterovirus B e l'herpesvirus umano 5 (CMV).
- Non è stata riscontrata alcuna differenza complessiva nella prevalenza di infezioni da CMV o da virus di Epstein-Barr (EBV) tra i pazienti con e senza Long COVID (6 mesi).
Nel complesso, lo studio ha identificato una disregolazione del sistema del complemento, delle risposte tromboinfiammatorie e delle associazioni anticorpali specifiche nei pazienti con Long COVID, fornendo indicazioni sui possibili meccanismi alla base dei sintomi persistenti. I risultati suggeriscono che soprattutto le proteine del complemento e quelle tromboinfiammatorie potrebbero servire come biomarcatori per la diagnosi di Long COVID.