“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 1

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 1

Cosa significa convivere con il Long COVID? Come ci si sente? Nel suo diario sul Long COVID, Annette Scholer ci parla della sua “Vita con Mr. Long”.

Con il titolo “La mia vita con Mr. Long”, Altea pubblica in ordine sparso vari contenuti tratti dal diario sul Long COVID di Annette Scholer, che chiama metaforicamente “Mr. Long” la malattia con cui è costretta a convivere.

«Ormai sono quasi tre mesi che Mr. Long mi comanda a bacchetta e mi segue ovunque. Mi sta sempre appiccicato come una sanguisuga, come un drone mi osserva dall’alto senza mai perdermi d’occhio. Non riesco a liberarmene nemmeno per un minuto. Al momento Mr. Long è molto più forte di quanto pensassi e mi sembra quasi invincibile. Più cerco di sfuggirgli e più mi sta attaccato come un francobollo. Con il suo elastico invisibile mi ha catapultata senza pietà dalla corsia di sorpasso a quella di emergenza, senza curarsi minimamente di ciò che vorrei.»

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Annette Scholer, che si è ammalata di COVID-19 nel dicembre 2021, tiene un diario sulla sua nuova vita con “Mr. Long”. (Foto: privato)

«Se mi oppongo, faccio resistenza e mi inalbero, vengo condannata all’immobilità. In un attimo mi stende a tappeto, come se mi tirasse un pugno fortissimo. Se sono fortunata, faccio ancora in tempo a sdraiarmi sul divano o sul letto. Se Mr. Long è così carino da lasciarmi qualche attimo in più, devo trovare in fretta, altra cosa al momento impossibile, un posto per sedermi, cercare di calmarmi e fare respiri profondi. Ci vogliono 15-20 minuti prima che riacquisti il controllo di braccia e gambe e possa provare lentamente ad alzarmi.»

“Adesso noto quanto è stressata la gente che mi circonda”.

«Mr. Long vuole che cammini pianissimo e in modo consapevole: quando faccio le mie passeggiate mi accorgo di quanto sia stressata la gente che mi circonda. Con mio grande disappunto, vengo sorpassata anche dagli anziani. La maggior parte delle persone che incontro ha un’espressione tesa, tiene il cellulare in mano e guarda fissa davanti a sé... non sia mai che qualcuno volesse fare due chiacchiere. Non hanno tempo né tantomeno un secondo di pace. Mangiano, parlano e intanto camminano a passo spedito.

Anche ascoltare per me può diventare davvero faticoso. Mi rendo conto che molti parlano come una mitragliatrice, senza fare mai una pausa. Mi chiedo se prendano fiato tra una frase e l’altra. Sembra di no. Chissà, forse avranno le branchie! Immagino che non abbiano tempo di parlare più lentamente perché con la testa sono già a fare la spesa o stanno pensando alle cose da fare dopo o a casa e via dicendo.»

“Mr. Long è implacabile con me”.

«Le molteplici forme di stress che scandiscono le giornate della gente ‘normale’ per me sono diventate inimmaginabili. Mr. Long è implacabile con me e se tentassi di farlo mi inchioderebbe subito per ore a letto. Quanto a fare programmi, ormai ci ho rinunciato. Desideri, cose da fare, vedere e sperimentare: ho messo tutto da parte. Per ora posso solo vivere nel presente. A ‘Miss Memoria’ non interessa il passato e tantomeno cosa succederà domani. L’importante per lei è non sforzarsi troppo.

Eh sì, la mia vita è cambiata in modo radicale. Miss Memoria collabora solo quando ne ha voglia e quando le lascio abbastanza tempo per risvegliarsi dal suo torpore e riattivarsi. In caso contrario continua spietata a scioperare.»

“Il mio compagno capta i segnali della mia spossatezza molto prima di me”.

«Mr. Long mi obbliga a piegarmi a ogni sua bizza. A tale riguardo il mio partner è più tollerante. Ogni tanto chiude un occhio, ma mi guarda con severità e rimugina chissà cosa. A quel punto mi accorgo che forse ho messo troppa carne al fuoco.

Il mio compagno me lo legge in faccia quando il mio corpo sta per dire basta. Così mi avvisa: "Guarda che tra cinque o dieci minuti non riuscirai più a fare nulla". Questi segnali di spossatezza io li percepisco solo molto più tardi. Per fortuna la mia dolce metà sta al gioco con grande pazienza e si adatta ai miei ritmi, cosa non facile per una persona iperattiva, abituata ad andare sempre al massimo.»

“Mollare la presa è molto più efficace che dire: voglio fare questo, devo ancora fare quest’altro…”.

«Quanto durerà tutto questo? Ho smesso di pensarci e di arrovellarmi il cervello. Cerco di imparare a vivere giorno per giorno, accettando quello che viene. Non è semplice per una come me, che prima era abituata ad avere sempre tutto sotto controllo.

Ogni giorno metto in programma una cosa o un appuntamento e, soprattutto, cerco di fare un minimo di movimento. Se dopo ho ancora le forze per qualcos’altro, tanto meglio. Cedere, lasciar andare, fidarsi e accettare la situazione mi dà più energia che dire: voglio fare questo, devo ancora fare quest’altro... Se ogni giorno mi prefiggo solo piccoli obiettivi, ho buone possibilità di raggiungerli. E quando le cose vanno come vorrei sono già più che soddisfatta.»

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