Questa settimana, i dati di follow-up SARS-CoV-presentati dalla coorte SARS-CoV-2 di Zurigo sono stati pubblicati nel BMJ da Tala Ballouz e coautori dell'Istituto di Epidemiologia, Biostatistica e Prevenzione dell'Università di Zurigo. I ricercatori si sono posti l'obiettivo di valutare i sintomi a lungo termine e gli esiti di guarigione nei pazienti affetti da long COVID presso la Coorte di Zurigo di pazienti infetti da SARS-CoV-2.
In questa analisi sono stati inclusi 1106 adulti non precedentemente vaccinati con infezione confermata da SARS-CoV-2 e 628 individui che non avevano contratto l'infezione. I partecipanti hanno compilato un questionario per valutare se, a distanza di 6, 12 e 18 mesi, accusassero ancora sintomi legati alla COVID-19 (stato di salute auto-dichiarato), quanto fosse grave la loro invalidazione e di quali sintomi soffrissero. Confrontando gli esiti tra pazienti con infezione confermata e non a 6 mesi, è stato valutato il rischio di avere ancora sintomi dall'infezione.
Il 17% dei partecipanti non riporta ancora una guarigione completa a 24 mesi dall’infezione.
Analizzando le persone che hanno avuto un'infezione da SARS-CoV-2, la probabilità di guarigione sembrava essere più alta entro il primo anno e diminuiva in seguito. A 6 mesi il 23% dei partecipanti ha riferito di non essere completamente guarito, a 12 mesi il numero è sceso al 19%. A 24 mesi il 17% dei pazienti riferiva di non essere ancora completamente guarito. Tuttavia, la maggior parte dei partecipanti ha dichiarato di aver percepito un recupero continuo (68%) o almeno un miglioramento generale (14%) dall'inizio dello studio. Solo il 5,2% dei pazienti ha registrato un peggioramento del proprio stato di salute e il 4% ha vissuto sia episodi di miglioramento che peggioramento nel corso dello studio.
La gravità auto-riferita (lieve, moderata, grave) nella maggior parte dei sintomi è diminuita o è rimasta invariata. In tutte le fasi i sintomi più comuni sono stati affaticamento, malessere post-sforzo, alterazioni del gusto e dell'olfatto, dispnea e deterioramento cognitivo. È interessante notare che, con alta probabilità, i soggetti che avevano già riportato sintomi simili alla Long COVID al basale hanno riferito di non essere guariti dopo 6 mesi. Questo dato evidenzia l'importanza di identificare i soggetti con condizioni preesistenti e quindi a maggior rischio di sviluppare il long COVID, e di fornire loro opzioni di prevenzione e trattamento.
Il rischio di sviluppare sintomi a 6 mesi era già circa il 17% più alto nei soggetti che erano stati infettati dal SARS-CoV-2 rispetto a quelli che ne erano mai stati affetti. L'eccesso di rischio per ciascun sintomo è presentato nella figura seguente.
Percentuale di ogni sintomo riferito a 6 mesi dai partecipanti con e senza infezione ed eccesso di rischio di sviluppare questi sintomi. L'eccesso di rischio (differenza di rischio aggiustata) è stato stimato sulla base di modelli generalizzati ponderati per la probabilità inversa e aggiustati per età, sesso, indice di massa corporea, stato di fumatore, livello di istruzione, reddito mensile e presenza di ipertensione, diabete mellito, malattie cardiovascolari, respiratorie o renali croniche, neoplasie attuali o pregresse e immunosoppressione.
I risultati di questo studio sono in accordo con quelli pubblicati in precedenza sugli effetti a lungo termine di un'infezione da SARS-CoV-2, pur presentando numeri inferiori a quanto riportato finora (22-75% di persone non guarite a 12-24 mesi). Ciò potrebbe essere spiegato da diverse popolazioni di studio considerate (altri studi potrebbero includere o concentrarsi su pazienti ricoverati con COVID-19 e quindi più vulnerabili ai sintomi a lungo termine), oppure dal fatto che il presente studio distingue tra i sintomi correlati al COVID-19 o meno, a giudizio autoreferenziale del paziente stesso.
La lenta guarigione osservata tra i 12 e i 24 mesi, potrebbe indicare una progressione verso problemi di salute cronici. Tuttavia, i tassi complessivi di guarigione e il miglioramento generale dei sintomi potrebbero dare qualche speranza a chi è affetto da long COVID.