Invecchiamento accelerato dei vasi sanguigni dopo il COVID-19?

Invecchiamento accelerato dei vasi sanguigni dopo il COVID-19?

Le conseguenze a lungo termine di una infezione da COVID-19 interessano pazienti e comunità medica in tutto il mondo. Tra le domande aperte, i ricercatori si chiedono: un’infezione da coronavirus provoca danni al sistema vascolare che aumentano il rischio a lungo termine di malattie cardiovascolari? Il nuovo studio CARTESIAN, pubblicato nel 2025 sull’European Heart Journal, indaga proprio questo collegamento.

Contesto: invecchiamento vascolare e velocità dell’onda del polso

Per valutare l’impatto di una infezione da COVID-19 sulla salute dei vasi sanguigni, i ricercatori misurano la cosiddetta velocità dell’onda del polso (PWV). La PWV indica quanto velocemente l’onda del polso si propaga dal cuore attraverso le grandi arterie. Più l’onda è veloce, più i vasi sono rigidi. Un’elevata rigidità è segno di un invecchiamento prematuro dei vasi, il che significa una perdita di elasticità dei vasi sanguigni e un aumento del rischio di infarto e ictus.

Disegno dello studio

Lo studio denominato CARTESIAN è una vasta indagine di coorte multicentrica che ha coinvolto 2390 partecipanti provenienti da 16 paesi. I partecipanti sono stati suddivisi in gruppi: uno non aveva mai contratto il COVID-19 mentre tre gruppi erano distinti in base alla gravità della malattia (assenza di ospedalizzazione, ricovero ordinario, terapia intensiva). La velocità dell’onda del polso è stata misurata a circa sei e dodici mesi dall’infezione.

Risultati chiave

I ricercatori hanno mostrato che le donne nei gruppi COVID-19 avevano una velocità dell’onda del polso significativamente più alta rispetto alle donne del gruppo di controllo non infette. Ciò suggerisce un invecchiamento accelerato dei vasi sanguigni dopo un’infezione da COVID-19. Negli uomini, tuttavia, non sono state osservate differenze significative nella rigidità vascolare tra i gruppi.

La vaccinazione anti-COVID potrebbe proteggere dai danni vascolari

Inoltre, le donne con sintomi persistenti di Long COVID mostravano una PWV ancora più elevata rispetto a quelle senza sintomi. Dopo dodici mesi, la PWV nelle partecipanti ai gruppi COVID-19 si è stabilizzata o è leggermente diminuita.

Lo studio suggerisce anche che la vaccinazione contro il COVID-19 è associata a una minore rigidità vascolare nelle donne, indicando una possibile protezione dai danni ai vasi sanguigni.

Importanza e limiti

I risultati dello studio CARTESIAN rappresentano un passo importante per comprendere meglio le conseguenze cardiovascolari a lungo termine della COVID-19. I dati suggeriscono che il COVID-19 possa influenzare il sistema vascolare, con un rilievo particolare per le donne. Questo potrebbe spiegare perché il Long COVID è spesso associato a sintomi persistenti e a un rischio aumentato di malattie cardiovascolari.

Necessità di ulteriori ricerche

Gli autori, tuttavia, mantengono cautela: i dati sono osservazionali e mostrano associazioni, non prove dirette di causalità. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire i meccanismi delle modifiche vascolari e per valutare il ruolo delle diverse varianti virali, delle reinfezioni o dei trattamenti.

Cosa significano questi risultati per i pazienti?

Per chi soffre di Long COVID, questi risultati sottolineano l’importanza di controllo medico regolare, in particolare della salute cardiovascolare. Esami specialistici, compresa la misurazione della rigidità vascolare, possono aiutare a identificare precocemente i rischi e a mettere in atto interventi adeguati.

Benefici per la medicina e la ricerca

Lo studio CARTESIAN fornisce una base preziosa per migliorare il monitoraggio e la gestione personalizzata dei pazienti con Long COVID. La misurazione della velocità dell’onda del polso potrebbe aiutare a rilevare precocemente alterazioni vascolari. Per la ricerca, lo studio apre la strada a ulteriori indagini sulla fisiopatologia del Long COVID e sulle potenziali terapie.