Rapporto dell’OMS: 17 milioni di persone affette da Long COVID in Europa

Nel 2020 e 2021 oltre 17 milioni di europei hanno manifestato effetti a lungo termine da infezione da COVID-19. L’OMS esorta a non sottovalutare il Long COVID.

Quantificare con precisione i casi di Long COVID non è semplice, poiché non tutti si rivolgono a una struttura ufficiale e molti scelgono di lottare contro i sintomi da soli. Stando alle stime, a seconda della variante del virus, dal 10% al 20% delle persone che hanno contratto l’infezione presenterebbe sintomi a lungo termine. Tali cifre sono in linea con le proiezioni svizzere.

Di recente, l’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington (USA) ha elaborato una modellizzazione dei casi di Long COVID a livello europeo e mondiale. In tale contesto, è importante sottolineare che gli studi di modellizzazione non riproducono cifre effettive, bensì rappresentano una stima. In un video su Youtube (in inglese), il direttore dell’IHME Christopher Murray riassume i punti chiave dello studio.

«Sconvolgente» aumento del 307%

Lo studio di modellizzazione indica che nei 53 Stati membri della regione europea dell’OMS i casi di persone affette o colpite in passato dal Long COVID sono almeno 17 milioni. In tutto il mondo, nei primi due anni della pandemia quasi 145 milioni di persone hanno manifestato uno dei tre cluster di sintomi (cfr. il riquadro).

Tale cifra corrisponde a un aumento del 307% dalla fine del 2020, quando il numero dei casi di Covid è iniziato ad aumentare, e per tutto il 2021.

Un barlume di speranza è offerto da una pubblicazione preprint sul British Medical Journal basata sulla stessa modellizzazione, che indica che a dodici mesi dall’infezione solo il 15% circa delle persone colpite non è ancora guarito del tutto. Quindi, nella maggioranza delle persone colpite da Long COVID i sintomi vanno progressivamente scomparendo. Tuttavia, la percentuale di persone che accusano disturbi a lungo termine è decisamente elevata a fronte del numero di infezioni.

Più a rischio le donne e i pazienti con decorsi gravi

Secondo le stime dell’IHME, le donne hanno il doppio delle probabilità degli uomini di contrarre il Long COVID. Inoltre, è emerso che i decorsi gravi con ricovero in ospedale aumentano considerevolmente il rischio di contrarre il Long COVID. Dopo un ricovero ospedaliero, una donna su tre e un uomo su cinque manifestano effetti a lungo termine dell’infezione da COVID-19. Finora non vi sono cifre attendibili su come la malattia colpisca la popolazione vaccinata rispetto a quella non vaccinata e circa i suoi effetti sulle reinfezioni.

Gli Stati vengono esortati a investire nella ricerca, nelle cure e nella riabilitazione per il Long COVID.

Obiettivi comuni dell’OMS e di Long COVID Europe

L’OMS non ha dubbi: i governi nazionali e i partner del settore della sanità devono coordinare i propri sforzi per trovare soluzioni sulla base della ricerca e delle evidenze.

Pertanto, l’OMS ha definito tre obiettivi insieme a Long COVID Europe (le 3 R):

  1. Riconoscimento (Recognition) e rafforzamento dello scambio di conoscenze
  2. Ricerca (Research) e reportistica mediante la raccolta di dati e la segnalazione dei casi nonché un coordinamento ottimale della ricerca
  3. Riabilitazione (Rehabilitation) basata sulle evidenze e sull’efficacia

I sistemi sanitari e le autorità nazionali devono essere a conoscenza del numero di persone colpite; solo così potranno sviluppare offerte di riabilitazione e sostegno adeguate.

» Alla comunicazione completa dell’OMS (in inglese)

I tre grandi cluster di sintomi evidenziati dal rapporto
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