Per molte persone affette da Long COVID, l’impatto sostanziale sulla capacità lavorativa è sostanziale. Le prove scientifiche sulla capacità lavorativa e sulla variata efficienza dopo un'infezione da SARS-CoV-2 sono tuttavia limitate. Philipp Kerksieck e i coautori dell'Istituto di Epidemiologia, Biostatistica e Prevenzione (EBPI) dell'Università di Zurigo (UZH) hanno analizzato i dati di uno studio sulla popolazione e le eventuali conseguenze del SARS COVID sull’ attività lavorativa. Lo studio è stato recentemente pubblicato come preprint.
L’efficienza lavorativa era inferiore nei partecipanti affetti da Long COVID rispetto a quelli sani.
Lo studio ha compreso persone del Cantone di Zurigo con una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, non vaccinate prima dell'infezione e in età lavorativa (18-64 anni) al momento del reclutamento tra agosto 2020 e gennaio 2021. Sono stati esclusi i pazienti che hanno avuto una reinfezione durante lo studio e quelli che erano in pensione all'inizio dello studio. Complessivamente, sono stati presi in considerazione 672 partecipanti e sono state raccolte le seguenti informazioni tramite questionari elettronici:
- sintomi e gravità dell'infezione primaria acuta
- Condizioni preesistenti
- Stato di salute precedente all'infezione
- caratteristiche socio-demografiche
- Curve di salute dei partecipanti a intervalli regolari dopo l'infezione
- Capacità lavorativa e alterazionii a 12 mesi dall'infezione
- Diagnosi psichiatriche preesistenti e nuove/peggiorate
Dopo 12 mesi, è stato chiesto ai pazienti di valutare la loro capacità lavorativa su una scala da 1 a 10, dove 10 corrisponde alla migliore capacità lavorativa. Il punteggio riportato per la capacità lavorativa era inferiore di 0,6 punti per i partecipanti con Long COVID rispetto a quelli senza. In particolare, i partecipanti con gravi danni alla salute hanno riportato un punteggio di capacità lavorativa inferiore di 5 punti rispetto ai partecipanti che non soffrono di Long COVID.
Inoltre, i pazienti affetti da Long COVID hanno mostrato una minore capacità di soddisfare le richieste fisiche e mentali. Un'estrapolazione della capacità lavorativa a 2 anni di distanza ha suggerito che i partecipanti, con salute moderatamente o gravemente compromessa dopo 12 mesi, potrebbero avere 2 anni dopo ancora una capacità lavorativa ridotta, rispetto ai partecipanti completamente guariti a 12 mesi dall'infezione. La capacità lavorativa attuale, la capacità lavorativa legata alle esigenze fisiche e mentali e la capacità lavorativa futura stimata in 2 anni dei partecipanti con e senza COVID è presentata nella figura.
Capacità lavorativa attuale 12 mesi dopo l'infezione. PCC, condizione post COVID-19 (Long COVID); WAI, indice di capacità lavorativa.
L'impatto del Long COVID sulla capacità lavorativa è stato generalmente maggiore nei partecipanti più anziani (40-64 anni) che in quelli più giovani (18-39 anni). Risultati simili sono stati osservati per i partecipanti di sesso maschile e femminile e per i partecipanti con 0-1 comorbilità rispetto a 2 o più. I partecipanti con una diagnosi psichiatrica pregressa, nuova o peggiorata sembravano accusare una maggiore riduzione della capacità lavorativa rispetto a quelli senza alcuna diagnosi psichiatrica.
Nei 12 mesi di follow-up, il 26% dei partecipanti con Long COVID e il 16% dei pazienti senza Long COVID hanno riportato alterata efficienza lavorativa.
Partecipanti affetti da Long COVID a 12 mesi hanno riportato alterazioni nell’efficienza lavorativa in numero maggiore rispetto ai partecipanti completamente guariti.
Studi sulla capacità lavorativa e sulle alterazioni causale da Long COVID hanno precedentemente riportato che il 10-72% dei pazienti non recupera la piena capacità lavorativa. Rispetto a tale dato, il numero di persone che hanno subito cambiamenti occupazionali nella coorte di Zurigo (6%) è piuttosto basso. Differenze nella popolazione dei pazienti e nella durata dello studio potrebbero spiegare ad esempio tale risultato. Molti studi presentano un follow-up più breve (meno di 6 mesi) e includono pazienti gravemente malati e dunque con maggior probabilità di accusare danni della capacità lavorativa. Le differenze tra i Paesi possono essere un ulteriore fattore.
Per quanto riguarda le limitazioni dello studio, i pazienti più alfabetizzati dal punto di vista sanitario e più gravemente colpiti da Long COVID più probabilmente aderiscono e rimangono nello studio, portando ad una sovrastima dell'impatto di Long COVID sulla capacità lavorativa. Al contrario, una piccola percentuale di pazienti ricoverati a causa del Long COVID potrebbe portare ad una sottostima. Inoltre, lo studio ha incluso solo pazienti infettati con SARS-CoV-2 wild-type e non vaccinati, rendendo difficile la generalizzazione dei risultati per i pazienti vaccinati e/o infettati con una variante. È da notare che la vaccinazione e l'infezione da variante omicron, ad esempio, riducono significativamente il rischio di sviluppare long COVID. Tuttavia, poiché si stima che il 45% della popolazione globale sia stato infettato dalla variante omicron, di cui una percentuale ridotta ma ancora esistente ha sviluppato Long COVID, l'impatto sulla forza lavoro potrebbe essere comunque elevato in termini assoluti.
La riduzione della capacità lavorativa dovuta al Long COVID può avere un impatto significativo sulla nostra economia e sulla società.
Sebbene la maggior parte dei partecipanti non subito alcun impatto nell’attività lavorativa entro un anno dall'infezione, per molti la capacità lavorativa è diminuita, con conseguente riduzione della produttività e dell'efficienza. Ciò può avere un impatto sull'economia e sulla società, essendo soprattutto gli adulti di mezza età tra i 40 e i 64 anni ad essere colpiti rispetto ai giovani. Questa fascia d'età rappresenta una parte significativa della forza lavoro, del gettito fiscale e del prodotto interno lordo. Inoltre, la riduzione della capacità lavorativa, anche se temporanea, aumenta le probabilità di pensionamento anticipato. È quindi importante trovare il modo di aiutare i pazienti affetti da Long COVID a recuperare la loro capacità lavorativa e monitorare attentamente le conseguenze della riduzione della capacità lavorativa sull'economia.