Referendum il 18 giugno 2023 contro la proroga della legge COVID

Referendum il 18 giugno 2023 contro la proroga della legge COVID

La decisione del governo svizzero di prorogare la legge COVID fino a metà 2024 è stata sottoposta a referendum. La proroga è stata deliberata dal governo federale per poter introdurre misure di protezione della popolazione in caso di emergenza.

Il 18 giugno 2023 la popolazione svizzera voterà contro la proroga della legge COVID fino a metà 2024. Il referendum è stato lanciato a fine marzo 2023 dai rappresentanti del movimento "Mass-Voll" e dell'associazione "Amici della Costituzione". La Confederazione ha stabilito la proroga di alcune misure della legge COVID, ivi comprese misure specifiche a tutela dei più vulnerabili, al fine di garantire un rapido intervento in caso di significativo peggioramento della situazione, oltre all'importazione di medicinali e al sostegno federale allo sviluppo di farmaci contro il Corona e il Long COVID. L'Ufficio federale della sanità pubblica appoggia l'estensione decisa dalla Confederazione. Avendo il governo federale dichiarato conclusa la pandemia, gli oppositori della legge COVID ritengono un’eventuale proroga superflua. Qualora l'estensione della legge venga  respinta dal referendum, la legge scadrà nel dicembre 2023.

In caso di proroga, la Confederazione potrà continuare a sostenere lo sviluppo di farmaci contro il COVID-19 e il Long COVID.

In caso di proroga della legge COVID, le parti maggiormente interessate sarebbero le seguenti:

  • La Confederazione potrà continuare ad importare farmaci contro il COVID-19, indipendentemente dall’approvazione da parte di Swissmedic.
  • La Confederazione potrà continuare a finanziare lo sviluppo di farmaci contro il Corona e il Long COVID.
  • Se necessario, la Confederazione potrà obbligare i datori di lavoro a garantire maggior protezione dei dipendenti più vulnerabili.
  • I Cantoni potranno essere ancora obbligati a comunicare il tasso di occupazione dei letti ospedalieri, così come alle organizzazioni sanitarie potrebbero essere richieste informazioni sulle loro scorte.
  • I certificati COVID verrebbero ancora rilasciati, ma sarebbero utilizzati principalmente per garantire i viaggi internazionali; l'uso all'interno della Svizzera è improbabile e sarà preso in considerazione solo in caso di rischio di sovraccarico del sistema sanitario.
  • L'applicazione SwissCovid può essere riattivata
  • Il governo federale può limitare il numero di ingressi, ma le eventuali restrizioni non si applicherebbero ai pendolari transfrontalieri.

 

I sostenitori del referendum affermano che queste misure sono superflue, che il certificato COVID è discriminatorio e che la reintroduzione debba quindi essere impedita. Il governo federale controbatte alle argomentazioni del comitato referendario affermando che quasi nessuna disposizione della legge è attualmente in vigore e che nulla cambierebbe a questo proposito. L'estensione della legge serve solo a prepararsi all'emergenza e a garantire la protezione della popolazione in caso di un nuovo peggioramento della pandemia.