Un caso di studio mostra il completo recupero da Long COVID grazie a una terapia a base di anticorpi monoclonali

Un caso di studio mostra il completo recupero da Long COVID grazie a una terapia a base di anticorpi monoclonali

Uno studio ha recentemente riportato un incredibile e inaspettato recupero da gravi sintomi di Long COVID in tre pazienti a seguito di una terapia a base di anticorpi monoclonali combinata a casirivimab e imdevimab.

La terapia con anticorpi monoclonali, detta anche trattamento infusionale con anticorpi monoclonali, è una terapia innovativa che ha dimostrato benefici clinici nei pazienti con un’infezione da COVID-19 acuta.

E’ un tipo di trattamento che utilizza anticorpi per colpire molecole specifiche, come le proteine di superficie di un virus che ha infettato l'organismo. Ad esempio, la combinazione di due anticorpi monoclonali, casirivimab e imdevimab, è stata progettata per legarsi alla proteina spike del SARS-CoV-2.

Quando questi anticorpi si legano alla proteina spike, il virus non può più penetrare e quindi infettare le cellule dell'organismo. La combinazione dei due anticorpi è utilizzata per prevenire fenomeni di resistenza al principio attivo nelle mutazioni del virus.

L’utilizzo di questo trattamento è attualmente approvato nell'Unione Europea e in Svizzera per il trattamento dell’infezione da COVID-19, confermata in adulti e adolescenti che non necessitano di ossigenoterapia o di ricovero ospedaliero. L'uso preventivo della combinazione di anticorpi potrebbe essere indicato nelle persone che non sono in grado di produrre una risposta immunitaria adeguata al virus.

Un recente rapporto ha indicato che questa combinazione di anticorpi potrebbe essere efficace anche nel trattamento di pazienti con forme gravi di Long COVID. In questo caso di studio, tre pazienti affetti da una forma grave di Long COVID hanno sperimentato una guarigione completa e a lungo termine entro una settimana dalla somministrazione di casirivimab più imdevimab. Questo indipendentemente dall'età, dal sesso, dal background medico, dalla durata della malattia o dallo stato di vaccinazione.

Ognuno dei tre pazienti ha partecipato a un'indagine standardizzata che ha raccolto le loro informazioni di base, come l'età, il sesso e il background medico. L'indagine ha anche valutato 33 segni e sintomi associati al Long COVID. La gravità dei sintomi è stata valutata su una scala che andava da “sintomo non presente” a “grave impatto sulla vita quotidiana e sulla capacità di funzionamento”. I punteggi dei sintomi sono stati registrati per quattro periodi: prima del COVID-19, durante il Long COVID, dopo le vaccinazioni COVID e dopo la terapia con anticorpi monoclonali.

Tutti e tre i pazienti hanno avuto un recupero completo dopo la terapia con anticorpi.

Lo studio ha incluso tre persone precedentemente sane che hanno sviluppato sintomi gravi, tra cui affaticamento cronico e deterioramento cognitivo, dopo la guarigione da un’infezione acuta di COVID-19. A tutti e tre è stato somministrato casirivimab combinato a imdevimab e hanno sperimentato un'inaspettata e completa guarigione nell’arco di pochi giorni. I pazienti hanno risolto completamente i sintomi, sono tornati a una vita normale e hanno goduto di una buona salute per oltre due anni.

Più in dettaglio, la prima paziente era una donna di 60 anni in buona salute prima dell'infezione acuta da SARS-CoV2 sviluppata nel marzo 2020. Accusò problemi respiratori temporanei, tosse e febbre.

Nella fase di Long COVID, ha poi sviluppato una grave sindrome sistemica, grave affaticamento, malessere toracico, dolori articolari e parestesia (formicolio, sensazione di bruciore agli arti e alla pelle; “spilli e aghi”). Ha inoltre manifestato problemi di memoria, disturbi del sonno e incubi, febbre occasionale e problemi cognitivi come difficoltà di lettura e di esecuzione di semplici calcoli.

I sintomi del Long COVID sono persistiti anche dopo aver ricevuto la vaccinazione contro il COVID-19. Nel 2021 ha ricevuto un'infusione di casirivimab più imdevimab e tutti i sintomi del Long COVID sono diminuiti completamente nel giro di quattro o cinque giorni. Ha ottenuto una remissione completa ed è rimasta in buona salute per due anni.

La seconda paziente era una donna di 43 anni, sana tranne che per un numero leggermente inferiore di globuli rossi (anemia), che ha sviluppato il COVID-19 nel 2021. Risolta l’infezione acuta di COVID-19, la donna ha accusato un forte affaticamento, forti dolori muscolari e articolari, respiro affannoso, palpitazioni (sensazione di avere un cuore che batte velocemente o che pulsa), vertigini significative e difficoltà di concentrazione e memoria.

La donna accusava anche forti mal di testa, alterazioni sensoriali (come il gusto e l'olfatto) e sogni vividi. I suoi sintomi non sono migliorati dopo la vaccinazione COVID-19. Dopo il trattamento con la combinazione casirivimab più imdevimab, tutti i sintomi di Long COVID sono scomparsi completamente entro cinque giorni e la donna è rimasta in remissione per oltre due anni. Nessun sintomo di Long COVID è ritornato, neppure dopo la reinfezione da SARS-CoV-2.

Il terzo paziente era un uomo di 63 anni che soffriva di diabete e pressione alta, ma che prima del COVID-19 godeva di buona salute. Dopo la fase acuta della COVID-19, ha sviluppato un forte affaticamento, scarsa tolleranza all'esercizio fisico e forti dolori muscolari.

Ha inoltre accusato forti vertigini e gravi difficoltà di memoria e concentrazione. Entro una settimana dall’avvio della terapia con casirivimab più imdevimab, i sintomi del Long COVID sono migliorati significativamente senza manifestarsi per 24 mesi.

Gli autori dello studio hanno sottolineato che i familiari di questi tre pazienti hanno confermato l'improvviso completo e sorprendente miglioramento, vista la gravità e la lunga durata dei sintomi.

 

Mechanism Imdevimab and Casirivimab

Meccanismo d'azione di casirivimab e imdevimab. I due anticorpi monoclonali si legano al dominio di legame del recettore (RBD) della proteina spike sulla superficie del virus SARS-CoV-2, impedendo così al virus di entrare nella cellula. Il RBD si lega normalmente al recettore ACE2, consentendogli di entrare nelle cellule del nostro corpo (Una descrizione più dettagliata di questo meccanismo si trova in questo blog). Adattato da Taylor et al.

 

Qual è il meccanismo alla base dei recuperi?

Il beneficio di casirivimab e imdevimab potrebbe valere esclusivamente per casi di Long COVID derivante dalle varianti pre-Delta, essendo tali anticorpi progettati specificamente per queste varianti. Il dominio di legame del recettore muta rapidamente e gli anticorpi progettati per le varianti precoci non hanno quindi la stessa affinità per le varianti successive.

Tuttavia, i tre casi di pazienti forniscono spunti per il trattamento e la gestione di altre condizioni croniche post-virali, tra cui il Long COVID derivante da altre varianti.

Gli autori hanno proposto tre percorsi teorici attraverso cui l'infusione di anticorpi monoclonali avrebbe portato a recuperi rapidi e completi in questi pazienti. Nel primo caso, gli anticorpi monoclonali neutralizzerebbero il SARS-CoV-2 persistente nel corpo dei pazienti; questa riduzione delle particelle virali avrebbe così favorito un miglioramento del sistema immunitario.

Il secondo percorso suggerisce invece che gli anticorpi monoclonali abbiano spostato quelli attaccati a speciali molecole sulle cellule dei pazienti, causando la rimozione di questi autoanticorpi dall'organismo. In base al terzo meccanismo, gli anticorpi monoclonali si legherebbero a molecole delle cellule immunitarie, contribuendo all’eliminazione di particelle virali residue o cellule infettate dal virus.

 

Sebbene questi risultati sembrino molto promettenti, bisogna tenere presente che sono stati riportati solo in tre persone. Per scoprire eventuali benefici simili su un gruppo più ampio di pazienti affetti da Long COVID, sono necessari ulteriori studi più ampi.